Il piano di Laplace, in astronomia, è definito come il piano medio su cui si situa l'orbita di un satellite naturale durante un ciclo di precessione (ovvero, in termini più rigorosi, il piano perpendicolare al polo di precessione orbitale del corpo).
Prende il nome dall'astronomo francese Pierre Simon Laplace (1749-1827) che lo scoprì.[1] Non va confuso con il piano invariabile, pure a volte indicato come piano laplaciano perché scoperto dallo stesso autore.[2] I due piani sono equivalenti solo nel caso in cui tutte le possibili perturbazioni e le risonanze orbitali sono lontane dal corpo in precessione.
Il concetto è utilmente impiegato per descrivere le orbite dei numerosi satelliti dei giganti gassosi del sistema solare; il "piano" consiste in realtà di una superficie tridimensionale la cui orientazione spaziale assume un certo grado di curvatura man mano che la distanza dal pianeta cresce.